12 nov 2011

L'asterisco




Quando a bocciare sono
i mercati


Dopo il voto dell’8 novembre in Parlamento il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e' giunto alla fine della sua carriera politica? Quanto hanno contribuito il peso della crisi economica e l'incapacità di cogliere i cambiamenti sociali in atto?
Silvio Berlusconi, la perfetta incarnazione di certi italiani, ha finito per deludere molti di quelli che avevano creduto in lui e nella promessa di una rivoluzione liberale.
Il Cavaliere, l'Imprenditore degli imprenditori, il super italiano, si è trasformato in un estraneo incapace sia di cogliere che di comprendere le mutazioni in corso nel paese.  Né lui né il suo entourage hanno valutato la portata delle mobilitazioni contro la cosiddetta “legge bavaglio”, né quella che manifestava l’indignazione di  centinaia di donne riunite sotto lo slogan di “Se non ora quando” , accomunate dal desiderio di rendere pubblico il disagio contro il crescente degrado politico e  morale. Né, ancor meno, gli effetti trainanti del movimento del popolo arancione esultante dopo la vittoria della sinistra alle elezioni amministrative di Milano. 
Tuttavia al di là del voto dell’8 novembre, a noi  sembra che l’ uscita dalla scena politica del Cavaliere sia più frutto degli andamenti caotici dei mercati letteralmente impazziti,  che l’opera dell’opposizione politica.
Sono i mercati che bocciano e condannano non solo Berlusconi, ma l'intera classe politica italiana, che adesso più che mai, ha bisogno di leaders che sappiano operare le necessarie scelte  responsabili che l’intero paese si aspetta

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