30 giu 2010

G 20





Se da un lato le definizioni del G20 hanno evidenziato l’intervento di mediazione proposto dai singoli paesi, è vero pure che mentre gli Stati Uniti appaiono concentrati  sulla questione della crescita economica evitando che le forti restrizioni fiscali possano limitarla, Germania e Inghilterra che si orientano verso un comune denominatore pongono più l’ accento sul consolidamento dei conti pubblici e sulla crescita sostenibile di lungo periodo.
Il premier britannico Cameron non trova appoggio sulle misure di tassazione alle banche, né viene adottato alcun principio diretto all’introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie. Anche se regole rigorose sul capitale delle banche sono state confermate, la loro adozione sarà comunque diluita nel tempo.
Nel documento finale emerge anche l’impegno a concretizzare le riforme delineate nei tempi stabiliti, evidentemente ciò è dovuto anche alle negative valutazioni circa i risultati raggiunti a più di un anno dalla prima iniziativa G20.
Molte delle riforme del sistema finanziario proposte o delle manovre fiscali di consolidamento, sembrano tuttavia avere la particolarità di essere realmente un freno alla ripresa economica e conseguentemente un rallentamento a una risoluzione immediata dalla crisi degli ultimi anni.

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